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Capitello-edicola di Sant'Anna

Parrocchia di Villa del Ferro

La nicchia misura cm. 70 per 40.
Si trova inserito nella casa parrocchiale don Giovanni Tregnago dal lato N.O. all’inizio della strada per Campolongo ed ho buone ragioni di ritenere che sia stato costruito contemporaneamente a tutto il fabbricato, o subito dopo. La data riportata sul timpano E.A. 1899, mi conferma l’ipotesi. L’iscrizione dovrebbe significare Elisabetta Anna.
Elisabetta Anna era la figlia del Conte Bollani che aveva sposato molti anni prima il Conte Sante Custoza.
Il palazzo ha tutto lo stile delle scuole elementari vecchie, poste in via Spino.
In origine era dedicato a Sant’Anna, madre di Maria SS. ma e lo è stato fino a pochi anni fa. Ora vi si trova la statua dell’Immacolata. Non so il motivo della sostituzione, né le ragioni che condussero a costruire ivi il capitello-edicola, probabilmente per pura devozione. Il palazzo in quel tempo non apparteneva alla chiesa.

Tra tutti i capitelli del genere da me veduti, sono portato a dire che questo di Sant’Anna appare uno dei migliori. Migliore per semplicità di stile, per qualità della pietra e per l’esattezza nella lavorazione; migliore anche per le studiate proporzioni e forme. Ciò sta a dire la dovizia di mezzi della suddetta signora Contessa Elisabetta Anna, in quell’epoca erede e unica proprietaria di tutta la contea ex-Priuli.
La nicchia incassata nel muro è protetta da una grata in ferro sagomato, con rete metallica e serratura bene incorporata.
Sostengono tutta la trabeazione e il delizioso timpano, a forma triangolare, quattro colonnine abbinate a due a due, partenti dal gradino fungente da base e interrotte a metà da altre quattro che ripetono il gioco di supporti e capitelli, prima dell’architrave. Al centro del primo ordine sta in rilievo, sempre in pietra, la corolla d’un fiore, forse un giglio. Il colore di cielo che circonda la nicchia dà tonalità e senso all’immagine.
Un tetto in cemento-tinto ripara l’opera dalle intemperie.
Una pia mano infine, provvede con regolarità al ricambio d’acqua e fiori. A ciò, finchè era in vita, provvedeva con costante cura Antonia Pellizzer, vedova Zulian, benemerita coadiutrice del parroco durante le di lui assenze. Ora non so.

Testo a cura di: Rizzerio Franchetto e Carmela Bressan

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