Si trova in via Spino, al quadrilatero detto della Crosarola sull’antica vicinale, ex sentiero 51, ora sentiero del Donatore che, proveniente dallo scaranto della Villa si congiungeva alla Cesola dopo aver incrociato la strada del Boscon all’altezza dei Panozzo Gonzales.
Questo capitello fu costruito nel 1956 dagli operai Arduino Panozzo, Dario Nicoli, Antenore Matteazzi, Nebrido Tagliaferro di ritorno da Courmajeur dove, per intervento della Madonna da loro invocata, si erano miracolosamente salvati dal crollo della galleria dove lavoravano. Quindi è un capitello prettamente votivo che sostituisce la croce di legno collocata, ad immemorabili, nello stesso posto.
È fatto in muratura con intonaco comune, il tetto in piastrelle d’ardesia, portate a casa dagli stessi dentro un robusto zaino. Al centro, protetta da una grata in rete metallica, apribile, sta la nicchia con la Madonna delle Grazie, in atteggiamento d’elargizione a quanti la invocano. All’interno arde sovente un lumicino, provveduto dalla pietà dei fedeli, proprio come avviene per un fiore che non manca mai, qualunque sia la stagione dell’anno.
A lato della porticina sta il cunicolo per le offerte; in alto sopra la nicchia è scritto “Salve o Regina”. In basso: “Ave, Maria”. Tale iscrizione in pietruzze nere, più abbreviata dell’altra, risalta appena sul piccolo sagrato che certo Alvaro da Selvazzano (Padova) aveva costellato tra cento altre di colore più chiaro.
Nel mese di maggio di ogni anno, dopo che erano passate le pie Rogazioni, si recitava insieme e si recita talvolta il pio Rosario e viene celebrata una Messa per numerosi defunti della contrada.
Un’iscrizione in corsivo ricorda l’origine di questo capitello: “Intrappolati da una frana - per sua intercessione liberati-riconoscenti innalzano. Anno 1956.”
Testo a cura di: Rizzerio Franchetto e Carmela Bressan