La piccola chiesetta, sorge su un pianoro sopraelevato presso la confluenza di vari torrenti noti in passato come i gorghi: possibile sovrapposizione di culto ad un originario tempietto romano, forse in onore a una divinità delle acque. Di probabile origine benedettina, e inizialmente dedicata a San Vitale, come testimoniato nel “Codice a dei Feudi” (1266), conserva come pietra d’angolo di riutilizzo un’ara romana in marmo rosso e alcuni resti scultorei in pietra locale di arte longobarda riferibili all’VIII-IX secolo. Dopo il medioevo fu variamente intitolata a San Antonio (sia Abate che da Padova).
L’oratorio, perfettamente orientato est-ovest, fu restaurato nel 1583 e in tempi più recenti nel 1932, a cui concorsero principalmente le contrade di Cul del Sacco, Pederiva e Calto. Interventi più recenti finirono purtroppo col cancellare anche le ultime antiche strutture tra cui un pregevole tetto a capriate lignee.
Verso questo oratorio la comunità della vallata conserva un particolare rispetto per l’eccidio avvenutovi la sera del Corpus Domini dell’8 giugno del 1944 durante la Resistenza. Per questo fatto fu consacrata per un lungo periodo. Ad una originaria lapide commemorativa esterna ne è stata aggiunta una intera con le immagini dei “Sette Martiri di Grancona” ricordati ogni sera con i rintocchi di una campana collocata in anni recenti.
testo a cura di: Giuseppe Baruffato – Volontario ARSAS incaricato alla conservazione degli archivi parrocchiali dell’UPVL