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  • Don Stefano, don Dino e gli altri preti presenti durante la Santa Messa

    Don Stefano, don Dino e gli altri preti presenti durante la Santa Messa

  • Don Dino con don Stefano e gli altri preti concelebranti durante la Santa Messa

    Don Dino con don Stefano e gli altri preti concelebranti durante la Santa Messa

  • Don Stefano, don Dino e gli altri preti presenti con i sindaci di Zovencedo e Val Liona e le altre autorità

    Don Stefano, don Dino e gli altri preti presenti con i sindaci di Zovencedo e Val Liona e le altre autorità

Benvenuto ai nuovi parroci


Per l’Unità pastorale Val Liona sono arrivati due nuovi parroci: una vecchia conoscenza e un prete ciclista

Don Stefano Mazzola e don Dino Rampazzo sono i nuovi parroci per le Unità pastorali di Lonigo e Val Liona che insieme contano ben 11 parrocchie: Lonigo, 5 parrocchie per un totale di circa 15mila abitanti (parroco moderatore don Stefano) e Val Liona, 6 parrocchie con meno di 4mila abitanti in tutto (parroco moderatore don Dino). Risiederanno nella canonica di Lonigo e hanno fatto il loro ingresso ufficiale sabato 28 ottobre scorso nella chiesa di S. Martino in Villa del Ferro.

Don Stefano Mazzola, 62 anni, prete dal 1984 è originario di Schio. Proviene da Bassano dove è stato parroco di S. Croce e S. Lazzaro e vicario foraneo di Bassano/Rosà. Non è “nuovo” di queste zone: è stato parroco per dieci anni, fino al 2006, proprio nell’Unità pastorale Val Liona, una delle prime nate in Diocesi.

Don Dino Rampazzo, 55 anni, prete dal 2009 e originario di Montecchio Maggiore. Nell’ultimo anno è stato amministratore pastorale della Unità Pastorale di Noventa e parroco dell’Up di Pressana-Roveredo di Guà. Appassionato ciclista dice su La Voce dei Berici: «Prediligo la bicicletta per muovermi, è il modo miglior per incontrare le persone - Questa sensibilità deriva dagli anni in seminario, che ho frequentato con i Padri Giuseppini del Murialdo, prima di diventare prete diocesano. Di quegli anni mi è rimasta la voglia di essere vicino alla realtà dei giovani e di essere amico, fratello e padre».

DISCORSO DI BENVENUTO

Caro don Dino e caro don Stefano, un cordiale, sentito e caloroso benvenuti nella nostra Unità pastorale Val Liona.
Le nostre 6 parrocchie – S. Pietro in Grancona, S. Vincenzo a Spiazzo, S. Germano dei Berici, S. Martino in Villa del Ferro, Sant’Andrea a Campolongo e S. Nicola a Zovencedo – attendevano con trepidazione le nomine del Vescovo.
Dopo la prematura scomparsa di don Alfredo, al quale va il nostro fraterno e commosso ricordo, le Comunità sentivano l’esigenza di un loro parroco e … provvidenzialmente ne sono arrivati due!
Benvenuto quindi a don Dino, imparerai a conoscerci e noi a conoscere te. Fin da ora ti esprimiamo il nostro grazie e la promessa di aiutarti a guidare questo popolo di Dio, un poco appartato dalla Diocesi, sia per la distanza geografica, sia per l’ubicazione in mezzo alle colline, ma un popolo sorretto da una fede semplice e autentica, solida e generosa. Siamo pochi nel numero, ma il territorio è grande e ne avrai di strada da fare con tua bicicletta!
E benvenuto don Stefano che è quasi come un ritorno a casa. Rivedrai molti dei vecchi parrocchiani (ancora un po’ più vecchi) e troverai nuove famiglie giovani e nuovi bambini nati: ne sono stati battezzati cinque anche domenica scorsa.
Grazie caro don Dino e caro don Stefano e buon cammino da tutta l’Unità Pastorale Val Liona.

I Consigli Pastorali, i Gruppi parrocchiali e tutta la Comunità dell’U.P. Val Liona
Grazie di essere tra di noi
“…vi attende una missione impegnativa, anche faticosa visto che dovrete seguire i fedeli di queste due ampie comunità. Per questo, da parte nostra, vi assicuriamo la più totale disponibilità al dialogo e alla collaborazione: in questa vostra nuova esperienza noi tutti vi saremo vicini. Ci anima la consapevolezza di essere stati chiamati a rendere un servizio alle nostre comunità con senso di responsabilità e di dovere, sapendo anche quanto scarsi e limitati siano i mezzi e le risorse che abbiamo oggi a disposizione: questo senso di limitatezza ci induce a sentire come urgente e impellente il bisogno di collaborare con chi è seriamente impegnato a conseguire il bene comune.”