È il più antico capitello-cappellina del paese e di tutta la Carbonarolla, di diritto della Parrocchia di Villa del Ferro. Si trova al lato sinistro della strada Cà Vecchie (Buso della Giaretta), in direzione Sarego-Lonigo.
È caratteristico per lo stile romanico che dal punto di vista architettonico lo fa sicuramente apparire uno dei più interessanti capitelli di tutta la zona. Poco profondo, più largo che alto, esso ha le mura spesse e l’arcata d’ingresso molto ampia, posta su due robuste colonne e appoggiata ad una cimasa centrale che dà vigore e pregio alla facciata: il tutto in pietra berica, bianca.
Questo sacello presenta una delle più significative testimonianze e di fede mariano-popolare di tutti i Berici. Soltanto che è poco conosciuto.
Al suo interno, continuando l’esame, entro nicchia quadrata fa bella mostra la Madonna col Bambino in braccio, di fattura popolareggiante, in basso rilievo, seduta sul trono e con la corona regale sul capo. Policroma. Tutt’intorno le fa onore una folta schiera di Angeli alati, dipinti a tempera. Dai resti in legno si rileva ancora che in passato doveva essere stata protetta da una vetrata. Sul davanzale appare poco evidente, in qualche punto incerta, quasi assente, la seguente iscrizione in pietra: Paolo Burinato fece nell’anno 600.
Sulla parete di fondo si scorgono tracce di semplici affreschi d’ornamento. Le altre pareti, interne ed esterne sono state tutte reintonacate per cui non vi appare traccia di decorazione. Esternamente a destra dell’ingresso sta il foro per l’introduzione delle offerte in metallo, allora qualche centesimo di lira. Anche il tetto è stato rifatto con tavelline, travetti e coppi allo scopo di salvare l’opera dal degrado. Nel retro un grosso tronco di ”spaccassassi” minaccia la stabilità e sarebbe un vero peccato se andasse definitivamente in rovina. Resterebbero da restaurare, almeno alla meglio tutta la parete di fondo con l’altare, il pavimento in mattoni, il volto in pietra ed il cancello in legno misteriosamente scomparso.
A questo capitello, situato ai confini delle parrocchie, ma rivolto verso Spiazzo giungevano in giorno diverso e per conto proprio le Rogazioni di San Marco: quella di Villa e l’altra di Spiazzo. Ci fu un tempo in cui per troppo zelo di parte fu posta in discussione la proprietà e, per rivendicare il diritto a tanto giunse da ambo le parti la santa gelosia che fiorì intorno ad esso una leggenda.
Si disse che il capitello, piantato in territorio di Villa, era una volta rivolto verso la Cesola, quindi era giusto che esso fosse unica ed esclusiva pertinenza di San Martino di Villa. Ma i devoti di Spiazzo prontamente ribattevano che nottetempo, solo per intervento celeste, il capitello era stato girato verso il Santuario di Spiazzo; quindi era evidente l’intenzione da parte della Madonna che fosse prerogativa di costoro.
La cosa non fu mai presa sul serio e le due popolazioni ripresero a coltivare pacificamente sempre insieme, con preghiere comuni e incontri, la devozione alla Madonnetta delle Grazie. L’unico episodio degno di nota avvenne quando Don G. Tregnago dovette una volta intervenire bruscamente, attraverso l’autorità comunale di Grancona e poi di San Germano, per riavere la chiave del capitello che un devoto di Spiazzo aveva erroneamente fatta sua. (vedi a carte sciolte in archivio parrocchiale di Villa relativa richiesta dello stesso).
Il capitello è della Parrocchia di Villa del Ferro, ma l’uso, la venerazione e la cura sono del vicinato. Attualmente, in periodo favorevole, viene celebrata qualche Messa.
Testo a cura di: Rizzerio Franchetto e Carmela Bressan